“Progetti oltre il confine”, come afferma il curatore della mostra, prof Paolo Soro, nasce nel segno della continuità con il Centro T.A.M. ma nello stesso tempo del suo superamento.
Il progetto del T.A.M nacque nel 1990 quando l’Amministrazione Comunale di Pietrarubbia decise di salvaguardare il borgo di Pietrarubbia Castello ormai giunto ad un livello di degrado quasi irreversibile. Il recupero del borgo venne inserito in un progetto più ampio che voleva riportare la vita in quel luogo ripartendo dal suo lontano passato e da quello più recente.
Negli anni ’70 Arnaldo Pomodoro aveva acquistato l’edificio oggi adibito a museo di arte contemporanea ed era rimasto talmente affascinato dal luogo da creare, nel 1975-76, la prima tavola dell’insieme scultoreo monumentale denominato “the Pietrarubbia Group“, opera tra le più significative della sua produzione artistica – secondo Giulio Carlo Argan- in cui si armonizzano i dati personali, elementari, universali con il desiderio di interagire con l’ambiente circostante”. Argan così prosegue: ”Pomodoro non ha mai reciso il legame che lo unisce ai luoghi della sua infanzia. Pietrarubbia è un borgo ormai quasi disabitato. Egli ne ha recuperato l’antica, modesta vicenda storica e l’ha eletta a topos simbolico del suo lavoro.”
Come Pomodoro stesso dichiarò in un’intervista nel 2015 con Ada Masoero, Pietrarubbia Group nacque nel 1975 per “dare un senso a quei frammenti di una cultura che stava distruggendosi. Una scultura che in un certo senso desse forma alla mia emozione e alla mia riflessione, che rimettesse in movimento tutto quello che avevo visto (e che mi aveva scosso), che lo rimettesse per così dire in vita“ . Una opera in progress, uno spazio definito da una serie di sculture come in un ciclo, completata solo nel 2015, dopo 40 anni dalla prima”.
Ma tornando alla nascita del T.A.M. Pietrarubbia nel lontano passato vantava anche una consolidata tradizione nella lavorazione dei manufatti in ferro e il borgo era pieno di botteghe che producevano oggetti di alta qualità. Partendo da questo binomio – lavorazione dei metalli e l’amore di Arnaldo Pomodoro per Pietrarubbia (testimoniato dalla sua scultura) – l’Amministrazione Comunale elaborò un progetto che metteva insieme la salvaguardia del borgo e la sua rinascita attraverso l’arte, immaginando una scuola in cui si potesse effettuare un’approfondita formazione e specializzazione tecnica e culturale di giovani gravitanti nella galassia formativa “artistica”.
Arnaldo Pomodoro apprezzò questa proposta e decise di farla sua impegnandosi personalmente e con tutto il suo gruppo di amici e collaboratori. In breve tempo il T.A.M. finanziato dalla Regione Marche e dal F.S.E. divenne noto non solo in Italia, ma anche all’estero e ottenne moltissimi riconoscimenti anche dalla Presidenza della Repubblica.
Durante gli anni hanno preso parte alle lezioni del Centro T.A.M. Guido Ballo, Franco Bucci, Garner Tullis , Roberto Sambonet, Paolo Volponi ,Bruno Corà, Hidetoshi, Nagasawa, Giuseppe Spagnuolo, Daniela Lancioni, Gillo Dorfles, solo per citare alcune delle personalità intervenute che hanno contribuito con i docenti del T.A.M. a formare qualche centinaio di giovani. Quando i numerosi impegni resero difficile a Pomodoro essere presente a Pietrarubbia, egli affidò la direzione del T.A.M. ad artisti di grande livello come Eliseo Mattiacci e Nunzio, ma non mancò mai di partecipare alle fasi iniziali e finali del corso e comunque seguire i lavori del corso sia pure a distanza.
Pertanto sicuramente la mostra odierna “Progetti oltre il confine” può essere considerata come una evoluzione del T.A.M. e di quel desiderio che ha portato Arnaldo Pomodoro a creare Pietrarubbia Group, da lui definita “paese-scultura“ e a realizzare quella integrazione tra arti, ambiente e architettura che è alla base del T.A.M.