Dasein

Presentazione mostra
di Umberto Piersanti.

Il Montefeltro ha un’identità che ti permette di colloquiare con l’universo, partendo dalla tua identità.
Paolo Volponi sosteneva che l’Italia locale fa rima con universale, ed è vero. Mentre in Francia la cultura tutta avviene a Parigi, pensate alla nostra storia; siamo qui tra Urbino e Rimini, entrambe capitali europee e leaders mondiali del ‘400: Ferrara capitale della letteratura italiana con Boiardo, Ariosto, Tasso quando Roma in questo campo non era così importante. Se c’è una realtà radicata è nella nostra terra e ogni nostro brano di terra ha un accento inconfondibile.

Il Montefeltro poi è uno di quei territori che hanno un’identità specifica, come la Versilia, come l’Apuania. Lo so, c’è lo scontro Marche – Romagna ma le identità non sono mai in contrasto, in contraddizione; quando vengo nel Montefeltro Alto so che questa è la terra d’origine dei Montefeltro, sono nati qui, ma senza quel Palazzo, senza Piero della Francesca, senza Paolo Uccello, senza Francesco di Giorgio Martini, senza Tiziano … senza Pomodoro oggi… è inutile fare guerre di cortile! Abitare poeticamente un luogo non vuol dire entrare in beghe di quartiere, in conflitti. A volte assistiamo a politiche astratte mentre si tratta di unire i servizi, i consorzi, per rendere vivibili questi luoghi.

Ho ammirato il Museo: qui, nell’opera bellissima di Pomodoro, la luce del sole e la terra si incontrano e si fondono, per cui anche chi non comprende molto di un’arte che non fosse visiva la capirebbe; quell’altare è come roccia di questo luogo, dei sassi del San Simone e la luce si irradia da un sole che ci illumina dappertutto.

Qual è la vera rinascita di questi luoghi?

Questi sono luoghi dove arte e natura, memoria e natura, hanno una compresenza totale che tutti avvertiamo, sono luoghi dello spirito, “luoghi dell’anima” come diceva il grande Carlo Bo. Arte e natura, un binomio che tante avanguardie guardavano con sospetto. Arte e natura, in questa bellissima terra, esprimono una lunga tradizione di rapporto tra arti figurative e letteratura.

Oggi la gente non guarda più, non esiste più il senso della passeggiata, non riconosce fiori, alberi, piante, ma corre sotto il controllo di orologi cardiofrequenzimetri. Non si osserva, non si sta dentro le cose, non le si amano più: anche l’ecologismo diviene superficiale perché non va al fondo; non si tratta di operare un recupero estetico, fanatico e integralista di questi luoghi, perché la vita è dura e ci sono mille esigenze; bisogna invece conciliare, trovare un equilibrio e un’armonia tra politici e intellettuali, senza arrivismi o snobismi, dove nessuno è superiore con la sua visione unica, un dialogo possibile solo dentro una responsabilità umana e storica comune. Diamo spazio perché luoghi come questi siano resi vivibili senza snaturarli o sfruttarli, perché sono il nostro respiro.

Il Montefeltro fa parte di un territorio, Marche – Romagna, di una civiltà contadina della mezzadria, di una storia appenninica e questo va tenuto sempre presente perché indica un’appartenenza nella quale ci si riconosce. Mi accorgo che ciò che racconto è un tempo remoto, più lontano dai miei studenti della civiltà egizia! Ma questo mondo contadino era più bello e vivibile? No. E allora perché lo racconto? Perché tutto ciò che perdiamo irrevocabilmente ci coinvolge e ci commuove. E’ un mondo finito e la mia poesia canta questo mondo.

Sono un poeta della memoria, un uomo della terra.

Noi oggi leggiamo meno libri di poesia dell’Albania; nelle trasmissioni televisive, mediamente brutte e povere, non è mai presentato un libro di poesia. La poesia è come l’arte contemporanea, entrambe hanno bisogno di un tentativo di comprensione, non è vero che tutto è semplice e facile. Creatività, studio e riflessione vanno assolutamente insieme. Le arti figurative puntano sul segno, la letteratura punta sulla parola e sono universali. La poesia è una miracolosa compresenza di suono, senso, significato ed emozione che suscita … e non va disturbata: la pensavo così anche da piccolo quando a scuola il professor Tenella, meraviglioso, leggeva Carducci e rimanevo esterrefatto. C’è qualcosa nella poesia che ha bisogno di uno sforzo, di una tensione, come nell’arte moderna.

Le Marche tutte devono ritrovare con forza questa loro identità, un’identità che dà il senso dell’Esser-Ci, il senso della mostra di artisti che “abitano” questi luoghi ed esprimono il loro segno esistenziale.

Vedo che Voi state facendo questo lavoro!

Umberto Piersanti

( Poesie lette dall’autore durante l’incontro: “racconti, affetti, memoria, dolore tra favagelli e campi di ostinato amore” )

Contenuti Mostra
Autori e opere esposte

Elvis Spadoni
nasce a Urbino (23/11/1979). Dopo studi classici e teologici si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Predilige temi legati all’autoritratto e ai grandi paradigmi della mitologia e del mondo biblico, è attivo nel campo della committenza ecclesiale. Ha in corso una mostra personale dedicata al racconto di Genesi su Giuseppe, figlio di Giacobbe, presso lo spazio espositivo del museo diocesano di Faenza. Vive e lavora a Santarcangelo di Romagna (RN).
www.spadonielvis.com

“Atlante” – 100 x 70 – 2021

Pino Mascia
Sculture pubbliche in Italia, Germania, Argentina e USA. Mostre:“Accademia” palazzo Braschi Roma 1975, “Agravitazionale:Palazzo Diamanti Ferrara (FE)1993. ”Corni d’autore” Spazio Agorà  Napoli 2001, ”Il 900 sconosciuto” Aranciera di San Sisto Roma 2012, Premio Marche Ascoli Piceno 2018,”Tutti i pani del mondo”  Matera 2019. Performance: ”La casa del sasso”  Place du teatre Paris, Place de l’orologe Avignon 1982,“Zum Teufel” Basel (CH) 1983. Agravitazionale Galleria Atrium Biella 1993, “Il Cantico dei Cantici” Galleria Comunale Castel San Pietro terme (BO) 2003, “Bugie” galleria Cà Rezzonico Venezia 2008, ”Ammentus” IDB Gallery Washington (USA) 2015, “La Misura dei Poeti” Palazzo dei priori  Viterbo 2016, ”Saponi d’Aleppo” Urbino 2018, “Sa  poesias de sas feminas” Chiesa della Maddalena Pesaro 2018,  E’Street Gallery Derby CT (USA), “Sculpture on canvas” Old Saybrook CT (USA), ”La Ramificazione della Memoria” Bastione Sangallo Loreto 2018, ”Velluto e ossidiana: i sensi del nero” PCAA Ossi (SS) 2019.
http://masciapino.altervista.org/

“Ieratico” – cm 80x25x65 –
patine metalliche su compositi – 2007
“Heart” – Oro galvanico u bronzo –
“L’indeciso” – Argento galvanico su composito –

Alessandro Nanni
(Carpegna, 1991) dopo la laurea in Lettere Moderne conseguita all’Università di Bologna si diploma in Fotografia dei Beni Culturali all’ISIA di Urbino nel 2016. Al termine degli studi approfondisce i fondamenti della drammaturgia dell’immagine occidentale con Giovanni Chiaramonte, affiancandolo, in qualità di assistente alla didattica e co-docente, all’interno del corso di Teoria, storia e tecnica della fotografia presso l’Università IULM di Milano.
Dal 2018 è docente di Fotografia presso la NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e photo editor della rivista internazionale di storia dell’arte “Arte Cristiana” (Milano).
Ha lavorato come consulente e curatore nell’ambito di mostre, progetti museali e editoriali. Dal 2019 si occupa di comunicazione istituzionale, con una particolare attenzione al coordinamento gestionale e alla direzione artistica.
www.alessandronanni.com

A day too great (for the calendar numbers) 2021.
Archival pigment print, 106 x 106 cm.

Nidaa Badwan
(Abu Dhabi, 1987) È nota per la sua protesta artistica e pacifica riguardante l’esilio di 20 mesi vissuto nella sua stanza di Gaza, durante il quale ha creato il progetto “100 Days of Solitude”, composto da 25 autoritratti fotografici, esilio autoimposto per protestare contro le gravi violenze subite da parte dei miliziani di Hamas che le contestavano il mancato uso del velo. La sua storia, riportata in un’intervista sulla prima pagina del New York Times, l’ha fatta conoscere a livello internazionale.
Dopo gli anni della Palestina si è trasferita nella Repubblica di San Marino, dove ha svolto dei workshop presso l’Università del Design della Repubblica.
Le sue mostre hanno girato e stanno girando il mondo, specialmente in Europa, Nord America, Africa e Medioriente.
Premiata nel 2016 tra i 30 migliori artisti del mondo arabo.
Relatrice nel 2017 al convegno dell’UNESCO, svoltosi a Cartagine (Tunisia). 
Relatore nel 2018 al TEDx CITTA’ DI SAN MARINO e nel 2019 il suo nome entra nella Walk of Fame di Montecatini Terme.
Il 14 settembre 2021, nel giorno del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, pubblica il suo nuovo lavoro “THE GAME”, ispirato alla Divina Commedia di Dante combinato con la “Commedia dell’Arte”.
Nel maggio 2022 è ospite dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli dove svolge workshop creativi e artistici.
Ora, vive in Italia.
https://www.nidaabadwan.art

Codice #7 – Deir El Balah,
Striscia di Gaza, Palestina – 2014
Codice #10 – Deir El Balah,
Striscia di Gaza, Palestina – 2015
Codice #13 – Deir El Balah,
Striscia di Gaza, Palestina – 2015

Paolo Soro
Nato a Sestu (CA) nel 1959. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Urbino (PU) sez. scultura nel 1983, dall’81 opera nel campo della scultura con materiali quali: bronzo, ferro, legno, pietra e rame. Dall’83 al’92 ha insegnato Discipline plastiche presso gli Istituti Statali d’Arte di Pesaro e Urbino; nel 95’ al T.A.M. (Trattamento Artistico dei Metalli) di Pietrarubbia (PU) diretto da Arnaldo Pomodoro inizia una breve esperienza didattica ripresa poi nel 2010 divenendone pienamente parte dello staff didattico e progettuale. Numerosa e rilevante è fino ad oggi la sua partecipazione a mostre personali e collettive presentate in catalogo anche da alcuni tra i maggiori critici d’arte italiani; citiamo la collettiva “Premio Marche” (biennale d’arte contemporanea) nel 1991, Enrico Crispolti lo cita in un articolo scritto per AD, Architectural Digest, sul Premio Marche, “Quale sarà la direzione presa da Ulisse” è una personale del 1994 a Roma e, sempre nella capitale italiana una sucessiva personale all’Accademia D’Egitto nel 1996. Del 2018 la personale dal titolo “Orizzonti Possibili”, a Civitella del Tronto, dov’è stato presentato il percorso poetico maturato negli ultimi dieci anni . Diverse sue opere sono presenti all’interno e all’esterno di edifici sacri e pubblici. Parallelamente alla libera professione in campo artistico svolta a partire dall’89, insegna Tecniche di Fonderia presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Dal 1989 ha il suo studio a Carpegna (PU) dove vive e lavora.
http://www.soroarte.it/

Seminatore di Zizzania
ferro, piombo e terracotta / 2018
“L’Enigma di Ulisse” Corten, bronzo, ottone
“Mater lacrimosa” Terracotta ossidata e smalto