Riflessioni di Maurizio Cesarini

La forma della scultura

Nel tentare di definire il concetto di scultura possiamo adottare una articolazione diadica, che ne comprenda e ne determini in qualche modo il senso. Possiamo articolare il discorso nella polarità di scultura del soggetto, ovvero l’artista e scultura dell’oggetto, ovvero l’opera.

Nel primo caso possiamo riferirci alla definizione di soggetto data da Jacques Lacan, filosofo e psicoanalista, laddove egli individua tale determinazione attraverso una triadica ripartizione dello stesso, che come vedremo attiene e afferisce perfettamente alla definizione di scultura.

Egli individua nella determinazione soggettuale tre registri significativi: L’Immaginario, il Simbolico ed il Reale; laddove nel primo caso si riferisce al bambino che guardandosi allo specchio si identifica con l’immagine in esso riflessa, nel secondo caso riconosce nel linguaggio  la forma che determina il soggetto nel discorso dialettico con l’altro, mentre nel terzo caso individua gli elementi che non sono riducibili al linguaggio ed esistono nella loro esseità.

Questa referenzialità teorica non vuole porsi come pura citazione, ma servire per determinare il concetto di scultura attraverso la definizione esemplificata del senso assunto nei tre registri descritti, individuando una precisa connessione tra soggetto (artista) e oggetto (opera).

Bene, se adottiamo questa metodologia interpretativa possiamo ben individuare la triadica ripartizione accennata anche nella definizione del campo di ricerca scultoreo.

La scultura si articola nell’Immaginario in quanto si definisce nella sua modalità estetica e formale; qualunque sia il materiale ed il concetto che esso veicola, abbiamo una configurazione iconica che si dà in una forma determinata, assumendo visivamente una modalità visuale che si pone come aspetto primario dell’opera.

Nel caso del registro Simbolico possiamo individuare nella forma di scultura l’articolazione di un linguaggio che permette attraverso la combinazione dei materiali e delle tecniche, una sua definizione concettuale attraverso un discorso che assume il linguaggio materiale come metafora di un significato.

Adottando il registro del Reale possiamo individuare nella pratica della scultura l’assunzione del materiale bruto: pietra, ferro, legno, bronzo ecc. che riordinato, lavorato, assemblato, configura il senso del valore estetico sia nella forma, che nel significato che questa veicola.

Ecco quindi che l’associazione tra definizione del soggetto (artista) e definizione dell’oggetto (scultura) trova assonanze e afferenze ben più articolate che la semplice dichiarazione di autorialità dell’artista.

Un altro aspetto che definisce la forma della scultura è lo spazio, e qui entriamo nella definizione di questa iniziativa espositiva.

Qui ci viene in aiuto un testo fondamentale:”L’arte e lo spazio “ di Martin Heidegger, laddove il filosofo si interroga proprio sul rapporto tra scultura e spazio.
Il filosofo pone una questione interessante: ”Il corpo scolpito incorpora qualcosa. Lo spazio? La scultura è una presa di possesso dello spazio?”

Certamente lo spazio si interrompe laddove la scultura si pone, ma non cessa, anzi da questa assume nuovo significato; la scultura quindi ridisegna lo spazio in cui si colloca, lo ridefinisce, ne amplia i sensi prima solo suggeriti, evidenziando con la sua presenza nuovi significati.

L’inserimento della scultura in uno spazio pubblico enfatizza ancor più questo suo essere-spazio nello spazio, poiché presume, nella sua collocazione il rapporto con un fruitore che non l’osserva soltanto ma la vive, la condivide, agendo anche materialmente su di essa.

Altro aspetto significativo è che la scultura facendosi, nella sua collocazione opera pubblica, esplica una nuova lettura e produce un nuovo senso attraverso il rapporto con il fruitore.

Tornando ad Heidegger , tale rapporto è ben esemplificato laddove il filosofo afferma: ”La scultura sarebbe il farsi-corpo di luoghi che, aprendo una contrada e custodendola… accorda una dimora a tutte le cose e agli uomini un abitare in mezzo alle cose”.

Questo mi sembra l’aspetto cruciale di questa mostra e della scultura, l’essere nel luogo, partecipare della vita del luogo, divenire essa stessa luogo che si innesta nel tessuto storico del paese, amplificando il senso di un valore culturale che diviene assieme sia referenza storica, sia ricerca e innovazione estetica.

Descrivere tutte le opere esposte e gli artisti, purtroppo non è possibile in questa sede, ma si può rilevare come la scelta riveli una estesa declinazione del fare scultoreo comprendendo sia l’assetto formale, materico e concettuale del fare scultura.
Questo determina che la mostra non si pone solo come semplice esposizione, ma attraverso la declinazione di possibilità espressive ampie e variegate, propone sicuramente una mappatura significativa delle ricerche scultoree contemporanee, e al tempo stesso individua in esse nuovi sensi inserendole nello spazio abitato e storico che ne riscrive il significato e al tempo dà un significato nuovo al luogo in cui le opere vengono esposte.